martedì 19 gennaio 2010

Parigi ciak 2 - Aoki e Aurore Capucine


Oggi altre due pasticcerie che ho scoperto grazie alla rubrica di Kja - sono una copiona, già.



SADAHARU AOKI

Be', anche lui celeberrimo. E anche qui ci sono sani motivi perché lo sia.
Ero veramente curiosa di assaggiare i suoi dolci. E' una bella sfida conciliare i gusti orientalissimi del Giappone con le forme raffinate della pasticceria francese senza risultare degli estrosi senza sostanza, che fanno robe strane solo per stupire una clientela snob.
Insomma, era questo che pensavo, cercando disperatamente la pasticceria di Aoki lungo l'infinita rue de Vaugirard (questa cavolo di strada copre ben quattro - o cinque?... Ossignore non me lo ricordo... E quindi non ho informazioni sufficineti per indicarvi a quale fermata scendere! Scusate - fermate della métro, e ovviamente me le sono fatte tutte prima di trovare quella più vicina alla boutique).
Per questo mi attrae così tanto la pasticceria giapponese "all'avanguardia", quella che si mescola con i dolci occidentali creando equilibri raffinatissimi.

I giapponesi hanno un dono in questo. Io mi perdo su Flickr a guardare foto di perfette vetrine di pasticcerie di Tokio, con dolci piccoli piccoli e dettagliatissimi che sembrano quasi finti.
Quell'amore per la precisione, per la cesellatura, che è presente in tantissime branche della cultura nipponica - l'arte del tè, l'arte dell'Ikebana, l'arte dell'origami, la recente e un po' inquietante manìa delle giovani giapponesi per i bento... E la lista potrebbe continuare a lungo - quando viene applicata alla pasticceria fa proprio impressione. E scoraggia. Noi occidentali non saremo mai tanto perfezionisti... Humm, questo è un male o un bene? :P

L'estetica, quindi, di certo è inappuntabile.
Il sapore?
Torniamo a me che, dopo circa un'ora di estenuante girovagazione di rue de Vaugirard, stremata e sudata mi porto dentro la piccola boutique di Aoki. Tanto per cominciare, la signora alla cassa con un sorriso a cinquantaquattro denti e una gentilezza disarmante mi informa che non è possibile fare foto all'interno. La macchinetta mi scivola discretamente nella borsa - non replico nemmeno un "excusez-moi", la eterea atmosfera del luogo, data principalmente dalle commesse dotate tutte di un sorriso a metà tra il gelido e l'estremamente cortese, mi fa sentire un po' goffa (...non che normalmente io brilli per eleganza! :P). La foto prima di entrare mi è venuta malino, all'uscita ero ancora un po' in soggezione a causa dello sguardo immobile delle commesse che continuava a seguirmi (forse esagero un po' ;) è la mia indole siciliana e tendente a "colorire" i fatti), quindi mi sono dimenticata. Il risultato è quella robetta mossa lì, ovvero la foto fatta all'entrata. Per foto più che decenti, cioè, stupende di Aoki, guardare qui (e a Tuki hanno fatto fotografare anche all'interno!! Huff. Sarà perché era un'altra boutique. No?? :P).

Ah, non so se sia stato un caso, ma né in rue de Vaugirard, né a Lafayette Gourmet (sono andata anche lìììì :9) ho trovato da Aoki macarons sfusi in vendita. O un sacchettino di gusci di macaron assortiti da farcire a scelta (che ho ovviamente comprato), o una petite boite di macarons a scatola chiusa - letteralmente (che ho ovviamente comprato).
Be', i macarons, vi dirò, non mi sono piaciuti come quelli di Hermé. Però quello al sesamo e quello alla violetta erano buoni forte. Ecco, mancavano i contrasti, gli abbinamenti. Erano buoni, ma monogusto; facendo degli accostamenti ci avrebbero guadagnato. Impressione personale, certo.

Va bene, allora. Ho preso, oltre alle attirevolissime confitures de lait au matcha e au lait à l'azuki, che non ho ancora avuto il coraggio di provare (voglio metterle in un dolce, ma non so bene quale, e ho paura che, se le apro, finiscano barbaramente sul pane della colazione della famiglia fino al loro esaurimento!), un Duomo au thé matcha e uno Zen au sésame noit et thé matcha.
E sì, insomma, in una pasticceria giapponese volete non prendere dolci al matcha??
Il primo è una pallotta di... gelato, credo?... con dentro non capisco bene cosa. Credevo azuki, ma leggo ora in giro per il web che hanno un biscotto alla nocciola (e questo ci sta) e un cuore all'albicocca (e questo non me lo aspettavo no no no).
Purtroppo l'ho dovuto mangiare in métro da sola (anche se dubito che l'avrei diviso :P) e di tutta fretta perché si stava sciogliendo, ma è stato molto divertente vedere gli altri viaggiatori fissarmi straniti, cercando di non darlo a vedere, mentre io consumavo tutta compunta un'elegantissima pallotta verde. Puro, semplice matcha che ti otturava persino le vene con quella polverina sottile che avvolgeva interamente il dolcetto. Morbido morbido. Coccolante.
E lo Zen? C'era anche qui il biscotto alla nocciola, poi pasta di sesamo nero (I sesamo nero) cioccolato (stranamente, non me n'ero accorta) e, naturalmente, matcha. Be', devo dire, questa è la cosa migliore che abbia assaggiato da Aoki, e tra le più buone abbia assaggiato in tutta la settimana. Cioè, lo assaggi e ti turbi, e pensi che tu non sarai mai in grado di creare un accostamento tanto equilibrato, un dolce tanto poco dolce, con quel gusto amarognolo del matcha e quello noccioloso e quasi salato del sesamo nero. Poi perdoni Sadaharu per essere così dannatamente bravo e ti perdi nel deliziosamente amarognolo.

Sì, ecco l'impressione finale che ho riportato dei dolci di Aoki: una sensazione indistinta di deliziosamente amarognolo.
I dolci giapponesi non sono mai troppo dolci, né pesanti. E equilibrano con maestria lo zucchero con l'amaro. Una lezione da tenere a mente.

Da consumarsi con aria snob su un vagone del métro altrimenti grigio e squallido.


Indirizzi

35 rue de Vaugirard, telefono 33(1)45444829

56 rue de Port Royal, telefono 33(1)45353680

Lafayette Gourmet, 48 boulevard Haussmann, telefono 0148741535



AURORE CAPUCINE


Kja l'ha descritta con una poesia. Figuratevi quant'è delizioso questo posto. Non vantando la sua abilità (sinceramente le poesie non le ho mai capite... Sarò un po' addormentata? :P), mi limito a raccontarvi un po'.

Intanto.
La signora di Aurore Capucine sì, che era gentile. E simpatica. Cavolo! Abbiamo chiacchierato per una decina di minuti riguardo una sua certa ricetta per candire le bucce di non so quale strano frutto orientale o amazzonico (parlava velocemente). Aveva un accento buffo, non sembrava di Parigi. Sarà stato per quello che era simpatica? Haha, scherzo :) presto nei miei "réportages" gastronomici arriveranno anche i parigini gentili! Prossimamente su questi schermi :P


Dicevamo. Molto molto cara. Finalmente una che, alla vostra domanda: "Posso fare delle foto?", sgrana gli occhi ed esclama a gran voce e con un sorriso aperto: "Certo, cara, quante ne vuoi!". Disposta a chiacchiere "slow" con i clienti, curiosa di sapere qualcosa di loro se capisce che vanno matti per la pasticceria. E soprattutto, non fa nessunissimo tipo di smorfia anche se storpiate le parole in francese (vi assicuro che la cosa, dopo pochi giorni a Parigi, viene enormemente apprezzata da un turista!).
E il negozietto è di un accogliente unico. Luci soffuse, candele in vetrina, una parete dedicata ai tè, l'altra al bancone dei dolcetti. Sablés di tutti i tipi, al geranio, ala rosa, alla violetta. Alcuni salati. E, soprattutto, ENORMI. Largo spazio ai coloranti, ma gliel'ho perdonata. Scorzette d'agrumi candite di produzione propria, come i marrons glacés. Meringhe rose e ribes. Tortine monoporzioni da acquolina in bocca.

Ho assaggiato un tortino con pasta frolla, lemon curd (davvero LIMONOSO, notevole!) e meringa alla rosa a forma di cuore (non sono riuscita a fare la foto). Poi un sablé alla rosa e uno alla violetta (larghi credo sui 15 cm haaaaaaww *_*). Bbbbboniiiihh!!


Unica pecca: il muffin cioccolato e scorzette candite d'arancia che ha preso mio fratello. P.N.C.S, come dicono le mie amiche dal linguaggio giòvane, Proprio non ci siamo: bello secco e non perfettamente cotto. Diciamo che la gentile signora va forte sul fronte "lieve ed eterea pasticceria stile francese", ma la pasticceria americana la lasciamo a Cupcakes & Co (di cui presto parlerò), va'.

Per il resto, ci ha anche regalato delle scorzette di limone candite davvero deliziose.
Non sapete quanto mi pento di non essere tornata nei giorni seguenti per assaggiare la torta albicocche e lavanda e il fondant cioccolato e violetta!
Se andate a Parigi magnateli per me, mi raccomando :)


Indirizzo

3 rue de Rochechouart, métro Cadet

5 commenti:

  1. che dire se non che provo una sanissima invidia! Quando sono stata a Parigi io ero ancora in una fase della mia vita che potrei chiamare tipo sindrome di Stendahal o qualcosa del genere e non ho fatto altro che rincorrere statue e quadri perdendomi tutto questo. Urge un ritorno, magari non in 10 come l'altra volta, magari in due...
    Comunque grazie per la carrellata, è vero che magari le dritte si prendono da qualcuno come tu le hai prese da Chiara, però alla fine tutti i punti di vista sono importanti!
    ciao bella

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  2. sappi che io ti sto invidiando ecco :) ti auguro buona permanenze e ti ringrazio per le dritte!

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  3. Ohiii, ma chi me l'ha fatto fare a passare?! Vabbè, già che ci sono... confermo: i giapponesi c'hanno decisamente una marcia in più (io, testata la faccenda direttamente in giappone:)) bacioni vari, N.

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  4. Oddio, è la vacanza a Parigi che sogno!
    Da quando stai scrivendo questi reportage nella mia testa rimbomba costantemente un "Ci devi tornare appena puoi".

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  5. Dos três eu gosto do primeiro, porque eu acho que a decoração é uma parte importante daquilo que são as sobremesas.

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Davvero lieta di sapere cosa ne pensate!