Quando il mese scorso sono andata in Spagna, ero sicura che avrei fatto scorpacciate di crema catalana, a Barcellona.
Una volta lì, però, la necessità di "sparagnare" (veneto word for "risparmiare") ogni centesimo me l'ha impedito.
Poi siamo andate a Valencia. La sera, semisvenute per la fame patita i quattro giorni precedenti, ci siamo messe una mano sulla coscienza e ci siamo fiondate in un localino che offriva paellas valenciane e di marisco. L'unico pasto degno di questo nome fatto in dodici giorni.
E' stato memorabile. In religioso silenzio, portavamo alla bocca piccoli pezzi di paradiso. Le bucce dei crostacei e le conchiglie di molluschi mi sorridevano dal piatto in cui le avevo posate, io e la Elena ci guardavamo e sorridevamo, i camerieri passavano e ci sorridevano, felici di vedere come ci godevamo la loro paella, ascoltavamo la famigliola francese parlottare nel tavolo vicino al nostro e gli sorridevamo (gli saremo sembrate sceme).
In quel sacro momento abbiamo imparato molto sul cibo, sull'amore che nutriamo nei suoi confronti e sulla impossibilità di campare di sole prugne secche per più di mezza settimana.
E' stato un momento importante, che ci ha rappacificate col mondo e ci ha dato energia per le 24 ore successive.
Era palpabile la necessità di festeggiare in qualche modo il magico avvenimento, abbiamo riflettuto mentre un sorridente cameriere ritirava i nostri piatti, che avevano assunto un'aria immacolata dopo il nostro intervento.
Così chiedemmo consiglio al simpatico cameriere che, avendoci portato la miracolosa paella, era diventato ai nostri occhi un saggio onnipotente e bonario, a cui dovevamo la nostra felicità di quella sera.
Il Cameriere disse che non avevano crema catalana, questo no, ma qualcosa di ancora più buono: Natilla de Vainilla. (Grazie alla frequentazione di foodblogs sudamericani, sapevo che la Nata è la panna, quindi Natillas de vainilla = Pannette di vaniglia).
Accettammo senza indugi. Dopotutto, egli era saggio e onnipotente.
Il primo dolce dopo quattro giorni di astinenza si presentò in forma budinosa e gialla, accompagnato da un biscotto e da una spolverata di cannella (e quando la Elena ha visto la cannella..... Vi lascio immaginare).
Tralascio quanto morbidamente scivolasse giù per le nostre gole, quanto sensualmente le dense gocce gialle cadessero nella cocottina mentre avvicinavamo il cucchiaino alla bocca, quanto i puntini neri della vaniglia diffondessero un aroma di coccole e calore, quanto il biscotto inzuppato di crema fosse morbido e, al tocco del cucchiaino, si sciogliesse quasi nella crema.
Vabbe', fatto sta che la Elena mi ha fatto giurare di rifargliela a casa.
Ora, lei non l'ha materialmente mangiata (e per questo sono sicura che mi lascerà qui sotto un commento offeso/minatorio), ma sappia che l'ho fatta pensando a lei e al nostro bellissimo viaggio assieme!
Ho cercato, cercato e ri-cercato la ricetta di questa Natilla, solo per scoprire in ogni nuovo sito che aprivo che si tratta nientepopodimeno che di semplicissima crema pasticcera. Con più uova del solito, in alcune ricette, toh.
Così ho deciso di farla con la ricetta che uso sempre e non mi tradisce mai:
La magica crema pasticcera della a-breve-nonna Patti.
Patti (non so se le piaccia la y alla fine del suo nome, a me non piacciono le y nei diminutivi come regola generale e quindi non la metto :P) è Patrizia, la mamma del mio amicone Francesco.
Non una mamma qualunque: una mamma invero che in passato ha partecipato (e vinto? Scusa, non ricordo!) al Rally rosa, che per adottare la nuova cagnolina se l'è fatta spedire da Napoli, una mamma, infine, che per confortarmi prima degli esami di maturità mi ha fatto arrivare, previa figlio Cesco, un'enorme bustina colma di ottime pasticche Leone (le ho ancora, le uso con gran parsimonia).
Lo scorso autunno mi ha passato gentilmente la ricetta della sua torta della nonna; oltre che una buona pasta frolla, c'erano dentro le dosi anche della crema pasticcera, che non avevo mai fatto in vita mia.
Buonissima. Leggera, cremosa, di un colorino delizioso (che di certo non guasta, no?)
Il procedimento non era riportato sul foglietto della Patti, per cui ho seguito quello della Ciliegina.
Ah, ieri era il compleanno di Manu: TANTI AUGURI! Prendi un paio di cocottine, queste Natillas sono nate anche pensando a te e al tuo quarto di secolo.
Ingredienti
1/2 litro latte intero (è abbastanza importante che sia intero e non p.s., la texture è decisamente migliore con quello intero)
3 tuorli
3 cucchiai zucchero semolato
1 cucchiaio farina (io uso però l'amido di mais)
1 bacca vaniglia
1 spolverata di cannella in polvere
qualche frollino
Versare il latte in un pentolino. Tagliare longitudinalmente la bacca di vaniglia e raschiarne i semini nel latte. Poi aggiungere al latte la bacca stessa e scaldarlo fino al bollore.
Spegnere e lasciare in infusione mezz'ora (passaggio che, lo confesso, spesso salto per mancanza di tempo).
Unire ai tuorli lo zucchero e sbatterli per bene con una forchetta (senza montarli, bastano trenta secondi). Aggiungere da un setaccino l'amido sbattendo continuamente per non formare grumi.
Rimettere sul fuoco il latte e, subito prima che bolla, versarne circa la metà nel composto con i tuorli, sbattendo con cura. Ora versare nuovamente tutto nel pentolino di latte, accendendo il fuoco molto dolce, e cuocere finché non diventa ben soda (attenzione, non deve bollire, altrimenti si "straccia" e diventa tipo uova strapazzate... Giuro, mi è successo con la tornata di crema pasticcera precedente a quella della foto :).
Togliere dal fuoco e versare in cocottine (le mie sono quelle della Cuki per congelare :) ma vanno benissimo). Sopra ogni cocottina mettere un pezzetto di pellicola, per evitare il formarsi della pellicina.
Quando si è raffreddata (dopo mezz'oretta) togliere la pellicola, porre sopra ogni cocottina un biscotto, spolverare di cannella (operazione che io ho dimenticato!! Ma si può? Si può?? Elena, potrai mai perdonarmi?) e mettere in frigo per qualche ora.
Una volta lì, però, la necessità di "sparagnare" (veneto word for "risparmiare") ogni centesimo me l'ha impedito.
Poi siamo andate a Valencia. La sera, semisvenute per la fame patita i quattro giorni precedenti, ci siamo messe una mano sulla coscienza e ci siamo fiondate in un localino che offriva paellas valenciane e di marisco. L'unico pasto degno di questo nome fatto in dodici giorni.
E' stato memorabile. In religioso silenzio, portavamo alla bocca piccoli pezzi di paradiso. Le bucce dei crostacei e le conchiglie di molluschi mi sorridevano dal piatto in cui le avevo posate, io e la Elena ci guardavamo e sorridevamo, i camerieri passavano e ci sorridevano, felici di vedere come ci godevamo la loro paella, ascoltavamo la famigliola francese parlottare nel tavolo vicino al nostro e gli sorridevamo (gli saremo sembrate sceme).
In quel sacro momento abbiamo imparato molto sul cibo, sull'amore che nutriamo nei suoi confronti e sulla impossibilità di campare di sole prugne secche per più di mezza settimana.
E' stato un momento importante, che ci ha rappacificate col mondo e ci ha dato energia per le 24 ore successive.
Era palpabile la necessità di festeggiare in qualche modo il magico avvenimento, abbiamo riflettuto mentre un sorridente cameriere ritirava i nostri piatti, che avevano assunto un'aria immacolata dopo il nostro intervento.
Così chiedemmo consiglio al simpatico cameriere che, avendoci portato la miracolosa paella, era diventato ai nostri occhi un saggio onnipotente e bonario, a cui dovevamo la nostra felicità di quella sera.
Il Cameriere disse che non avevano crema catalana, questo no, ma qualcosa di ancora più buono: Natilla de Vainilla. (Grazie alla frequentazione di foodblogs sudamericani, sapevo che la Nata è la panna, quindi Natillas de vainilla = Pannette di vaniglia).
Accettammo senza indugi. Dopotutto, egli era saggio e onnipotente.
Il primo dolce dopo quattro giorni di astinenza si presentò in forma budinosa e gialla, accompagnato da un biscotto e da una spolverata di cannella (e quando la Elena ha visto la cannella..... Vi lascio immaginare).
Tralascio quanto morbidamente scivolasse giù per le nostre gole, quanto sensualmente le dense gocce gialle cadessero nella cocottina mentre avvicinavamo il cucchiaino alla bocca, quanto i puntini neri della vaniglia diffondessero un aroma di coccole e calore, quanto il biscotto inzuppato di crema fosse morbido e, al tocco del cucchiaino, si sciogliesse quasi nella crema.
Vabbe', fatto sta che la Elena mi ha fatto giurare di rifargliela a casa.
Ora, lei non l'ha materialmente mangiata (e per questo sono sicura che mi lascerà qui sotto un commento offeso/minatorio), ma sappia che l'ho fatta pensando a lei e al nostro bellissimo viaggio assieme!
Ho cercato, cercato e ri-cercato la ricetta di questa Natilla, solo per scoprire in ogni nuovo sito che aprivo che si tratta nientepopodimeno che di semplicissima crema pasticcera. Con più uova del solito, in alcune ricette, toh.
Così ho deciso di farla con la ricetta che uso sempre e non mi tradisce mai:
La magica crema pasticcera della a-breve-nonna Patti.
Patti (non so se le piaccia la y alla fine del suo nome, a me non piacciono le y nei diminutivi come regola generale e quindi non la metto :P) è Patrizia, la mamma del mio amicone Francesco.
Non una mamma qualunque: una mamma invero che in passato ha partecipato (e vinto? Scusa, non ricordo!) al Rally rosa, che per adottare la nuova cagnolina se l'è fatta spedire da Napoli, una mamma, infine, che per confortarmi prima degli esami di maturità mi ha fatto arrivare, previa figlio Cesco, un'enorme bustina colma di ottime pasticche Leone (le ho ancora, le uso con gran parsimonia).
Lo scorso autunno mi ha passato gentilmente la ricetta della sua torta della nonna; oltre che una buona pasta frolla, c'erano dentro le dosi anche della crema pasticcera, che non avevo mai fatto in vita mia.
Buonissima. Leggera, cremosa, di un colorino delizioso (che di certo non guasta, no?)
Il procedimento non era riportato sul foglietto della Patti, per cui ho seguito quello della Ciliegina.
Ah, ieri era il compleanno di Manu: TANTI AUGURI! Prendi un paio di cocottine, queste Natillas sono nate anche pensando a te e al tuo quarto di secolo.
Ingredienti
1/2 litro latte intero (è abbastanza importante che sia intero e non p.s., la texture è decisamente migliore con quello intero)
3 tuorli
3 cucchiai zucchero semolato
1 cucchiaio farina (io uso però l'amido di mais)
1 bacca vaniglia
1 spolverata di cannella in polvere
qualche frollino
Versare il latte in un pentolino. Tagliare longitudinalmente la bacca di vaniglia e raschiarne i semini nel latte. Poi aggiungere al latte la bacca stessa e scaldarlo fino al bollore.
Spegnere e lasciare in infusione mezz'ora (passaggio che, lo confesso, spesso salto per mancanza di tempo).
Unire ai tuorli lo zucchero e sbatterli per bene con una forchetta (senza montarli, bastano trenta secondi). Aggiungere da un setaccino l'amido sbattendo continuamente per non formare grumi.
Rimettere sul fuoco il latte e, subito prima che bolla, versarne circa la metà nel composto con i tuorli, sbattendo con cura. Ora versare nuovamente tutto nel pentolino di latte, accendendo il fuoco molto dolce, e cuocere finché non diventa ben soda (attenzione, non deve bollire, altrimenti si "straccia" e diventa tipo uova strapazzate... Giuro, mi è successo con la tornata di crema pasticcera precedente a quella della foto :).
Togliere dal fuoco e versare in cocottine (le mie sono quelle della Cuki per congelare :) ma vanno benissimo). Sopra ogni cocottina mettere un pezzetto di pellicola, per evitare il formarsi della pellicina.
Quando si è raffreddata (dopo mezz'oretta) togliere la pellicola, porre sopra ogni cocottina un biscotto, spolverare di cannella (operazione che io ho dimenticato!! Ma si può? Si può?? Elena, potrai mai perdonarmi?) e mettere in frigo per qualche ora.
Hey!!
RispondiEliminaIo sono qui:))
Questi giorni non ho tempo nemmeno per il mio di blog, ma ci tenevo a passare a lasciarti un saluto.
Se poi mi mandi una di queste cocottine...ancora meglio;)
Baci!
ohohiohiohi... lascio la mia cocottina a Konstantina, per ora devo rinunciare a cotanta bontà!
RispondiEliminaPerò, che acquolina...
@ Konstantina: Te ne mando anche due con un bacione: ti servono porprio, con tutto lo studio che stai affrontando! Coraggio... Che passerà!!
RispondiElimina@ LaGolosastra: Mi dispiace!! Spero che tu presto possa gustarla :)
Delizioso il racconto del viaggio e della paella gustata con devozione.
RispondiEliminaNon conoscevo la creaam pasticcera come "Natilla de vainila": detto così ha il fascino del mistero, ma sempre golosa resta :))
Ma dai, "sparagnare" si dice anche a Salerno. Cmq, risparmiare sempre, sul cibo mai! Ma che bello deve essere stato quel dolce ;)
RispondiEliminaanche io sono stata in spagna quest'estate! però a tarragona..e se per pranzo io e il mio moroso ci nutrivamo di panino e prosciutto acquistati al discount di fianco all'albergo, la sera ci davamo anche noi alla pazza gioia con la paella (però quella valenciana non c'era, solo marinara...BONA!)
RispondiEliminaanche noi eravamo curiosi di provare la crema catalana, ma dopo la paella eravamo troppo pieni e non l'abbiamo mai assaggiata...anzi si, una volta abbiamo preso una ciambella (come quelle di homer) con ripieno di crema catalana...mm vabbè -__-
@ Cuochella: Un'intera vacanza con panino ogni giorno ma soprattutto paella ogni sera?? Ti assicuro che per come eravamo prese in quel di Spagna ci sarebbe sembrata pura fantascienza XD
RispondiEliminaBuona la ciambella homerosa, così almeno l'avete assaggiata sta benedetta crema :P
@ Maricler: Interregionalità dialettale... Interessante. Hai ragione, non bisognerebbe mai risparmiare sul cibo, ma ti assicuro che se l'abbiamo fatto (golose come siamo e abituate comunque ad essere più che buone forchette) "ce n'era di bisogno"!! Però almeno abbiamo imparato il valore di un morso dato a una pesca, o anche che l'acqua sfama per circa 20 minuti, o trucchetti di questo genere ;)
@ Lenny: Grazie, in effetti è stato davvero un viaggio "delizioso"! ...soprattutto la sera della paella!
Hai ragione, Natilla de vainilla fa molto misterico, ma ha anche un bel suono simpatico, no? :)
Che buona! è obbligatorio segnarla.
RispondiEliminagrazie ciccia.... da vera nonna non mi ricordavo + delle mentine....!!!!sei davvero molto brava nella tue ricette mi piace soprattutto il tuo osare il tuo miscelare sapori spezie e umori! dobbiamo regalarci una giornata di pasticci e delizie insieme.... sai che caosdisaporiepoesie possiamo inventarci e propinare alle nostre cavie predilette???avevi ragione anche a me non mi vanno le y nei diminutivi... beh e alla grande !!!patti
RispondiEliminamannaggia non avevo letto questooooooooooooooooooooo!!! ma ho visto anche le cocottine coi fichi!! mamma mia *_* ora scrivo ancheddillà!!
RispondiEliminaQueste qui però le considero mie mie personali eh:) dai che le hai fatte apposta... con la Vaniglia poi..!!
@ Stefania: E quando è obbligatorio...! ;) Grazie!
RispondiElimina@ Patti: Ci ho azzeccato con le y! Abbiamo un pochino di cose in comune! XD Spero che presto potremo fare la nostra giornata di dolci pasticci. Sono impaziente di apprendere altre ricette genuine e naturali! A presto... Un bacione!
@ FiOrdivanilla: Certocerto, sono tutte tue cara :D
sì, e cosa me ne faccio io di un dolce fatto pensando a me se poi non arriva alle mie papille gustative? e poi, visto che sono stata IO a farti giurare di fare la natilla, il minimo che potessi fare era affrontare con il tuo motorino anche le bufere monsoniche che quotidianamente dividono cornegliana da due carrare per portarmela. :P
RispondiEliminava bene, lo sfogo era solo per assecondare i tuoi pronostici sulla mia reazione al post, nell'intro della ricetta. o forse no...
scherzi a parte, tanto la rifai, no?
scherzi a parte, grazie per il post, ho rivissuto quei momenti con nostalgia e un gran sorriso. ma proprio gran sorriso. abbiamo imparato molto da questo viaggio, vero.
sarà bello ricordare quei momenti (anche fame e paella e natilla) fra qualche anno, quando saremo incartapecorite e circondate da uno stormo di nipotini. per i quali tu preparerai un sacco di dolci. anche per i miei.
ahahah. bacino ami'
Grazie per esserti fintamente arrabbiata, se no mi deludevo. :)
RispondiEliminaUn bacione, voglio fare un altro viaggio cuttìa! (con te XD)